
A quanto pare, anche le Community Notes sono “di parte”
Da un nuovo articolo in pre-print è emerso che le Community Notes prendono di mira in modo sproporzionato i repubblicani
Alexios Mantzarlis è il direttore della Security, Trust, and Safety Initiative (SETS) presso l’università Cornell Tech di New York. Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese nella newsletter Faked Up, curata da Mantzarlis e ripubblicata da Facta con il permesso dell’autore. Lettrici e lettori di Facta possono abbonarsi alla versione inglese con uno sconto del 20 per cento cliccando a questo link.
Sarà meglio che nessuno mostri a Mark Zuckerberg o a Elon Musk questo articolo in pre-print firmato da Thomas Renault, Mohsen Mosleh e David Rand. I miliardari, proprietari rispettivamente di Meta e X, hanno basato il loro sostegno alle etichette correttive scritte e votate dalla comunità sulla presunta neutralità della massa rispetto a quella dei fastidiosi fact-checker professionisti.
Tralasciamo per un attimo il fatto che questo sostegno vale solo finché le conclusioni della comunità coincidono con le loro opinioni. E tralasciamo anche che una maggiore attenzione alla disinformazione di destra potrebbe essere effettivamente dovuta a una sua più ampia diffusione online.
Ora però emerge che anche le Community Notes prendono di mira in modo sproporzionato i Repubblicani.
Renault e colleghi hanno analizzato le 281.382 note in lingua inglese scritte tra gennaio 2023 e giugno 2024. Hanno poi classificato gli utenti oggetto di correzione come Democratici o Repubblicani in base agli account che seguono, risolvendo eventuali ambiguità facendo analizzare 500 dei loro tweet da un modello linguistico di intelligenza artificiale (è possibile che siano stati inclusi anche alcuni utenti al di fuori degli Stati Uniti, che però seguono politici americani).
I risultati sono sbilanciati: il 60 per cento delle note proposte riguarda tweet “repubblicani”, mentre il 40 per cento tweet “democratici”. Il divario diventa ancora più marcato se si guarda alle note votate come utili: il 70 per cento di queste compare su post repubblicani. Un particolare non da poco, dal momento che solo le note considerate utili vengono effettivamente aggiunte al tweet e mostrate a tutti gli utenti di X.

Quindi, non solo i tweet repubblicani ricevono più note, ma queste note hanno anche una probabilità molto più alta di essere giudicate utili (10,4 per cento contro il 6,8 per cento di quelle proposte per i tweet democratici). Nel complesso, i ricercatori affermano che c’è un 64 per cento di probabilità in più che una nota su un tweet di un utente Repubblicano venga considerata utile, a parità di stato verificato dell’utente, numero di follower, numero di tweet pubblicati e argomento trattato.
Visto il meccanismo alla base dell’algoritmo utilizzato per le Community Notes, questa ricerca è fortemente indicativa del fatto che gli utenti americani di destra postino più contenuti che altri utenti considerano fuorvianti. Altri studi recenti hanno rilevato che gli utenti estremamente conservatori sono più suscettibili alla disinformazione e meno capaci di riconoscerla.
Nel preprint ci sono anche altri spunti interessanti. Innanzitutto, una pluralità di note si concentra sulla politica (35,1 per cento), seguita da scienza e salute (rispettivamente 12,7 e 7,8 per cento) ed economia (5,3 per cento).
Inoltre, almeno fino a giugno 2024, su X c’erano più post democratici che repubblicani, anche se la quota di questi ultimi è molto aumentata dopo l’acquisizione della piattaforma da parte di Musk. Considerando questo cambio di utenti e gli aggiornamenti all’algoritmo delle Community Notes, sarà fondamentale un’analisi di follow-up (Renault mi ha spiegato che lui e i suoi co-autori ci stanno già lavorando).

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