
Cosa sappiamo dell’espulsione dei ragazzi ebrei francesi da un volo spagnolo
I familiari denunciano un “atto antisemita”, versione smentita dalle autorità di polizia e dalla compagnia aerea
Giovedì 24 luglio è diventato virale sui social un video, rilanciato da diversi media e testate giornalistiche, che mostra una ragazza ammanettata e scaraventata a terra dalla polizia. La giovane è una delle accompagnatrici di 44 adolescenti francesi, di ritorno da un viaggio in Spagna organizzato da Club Kineret, un’associazione ebraica francese che promuove campi estivi. L’episodio risalirebbe a mercoledì 23 luglio, all’aeroporto di Valencia, dove la ragazza sarebbe stata fermata per aver protestato contro il sequestro dei cellulari dei ragazzi, avvenuto dopo che tutti erano stati fatti scendere dall’aereo diretto a Parigi, poco prima del decollo. «Volevano che i bambini cancellassero qualsiasi video registrato all’interno dell’aereo», ha dichiarato a franceinfo Julie Jacob, avvocata di Kineret.
Il motivo dell’espulsione non è ancora del tutto chiaro, ed è proprio su questo punto che si è scatenato il caso mediatico. Come spesso accade in queste circostanze, la disinformazione ha contribuito ad alimentare confusione sull’episodio.
Cosa sappiamo sulla vicenda
Secondo i familiari dei minori e il Club Kineret, quanto accaduto rappresenta un episodio discriminatorio e un atto antisemita. La madre di uno degli adolescenti – tutti ebrei – ha raccontato al canale televisivo i24 News che uno di loro «ha cantato una canzone in ebraico», e che per questo il personale di bordo avrebbe minacciato di chiamare la polizia.
Uno degli adolescenti coinvolti, Samson, ha riferito all’agenzia AFP che, una volta saliti sull’aereo, «ci siamo seduti tranquillamente ai nostri posti senza fare rumore. Uno dei miei amici ha gridato una parola in ebraico, ancora preso dall’entusiasmo delle attività del campo». Secondo il suo racconto, gli assistenti di volo hanno chiesto al ragazzo di smettere, avvertendo che avrebbero chiamato la polizia se fosse successo di nuovo. Nonostante il gruppo si sia calmato, la Guardia Civile è comunque intervenuta per farli scendere. Samson ha aggiunto che il gruppo era facilmente identificabile come ebreo a causa di segni religiosi visibili, come gli tzitzit (frange rituali) e le collane con la Stella di David.
Per Club Kineret, l’episodio rappresenta «una rara e ingiustificata brutalità, chiaramente segnata da pregiudizi», sottolineando che «non ci sono stati incidenti, minacce o comportamenti inappropriati». Sui propri canali social, l’organizzazione ha denunciato «l’atteggiamento dell’equipaggio e la brutalità dell’intervento delle forze dell’ordine spagnole», che ha portato allo sbarco dei ragazzi «senza scorta, assistenza, alloggio o cibo», suscitando «una legittima indignazione».
Anche il ministro israeliano per gli Affari della Diaspora e la Lotta all’Antisemitismo, Amichai Chikli, ha sostenuto questa tesi basata sull’antisemitismo. In un post su X ha criticato la compagnia Vueling di aver fatto sbarcare i ragazzi perché considera «Israele uno Stato terrorista».
Una ricostruzione molto diversa da quella fornita da Vueling Airlines, la compagnia del volo VY8166. In un comunicato stampa, la compagnia ha respinto ogni accusa di antisemitismo, affermando che la decisione di far scendere i passeggeri è stata presa esclusivamente per motivi di sicurezza. Secondo Vueling, gli adolescenti avrebbero tenuto un comportamento «fortemente conflittuale», maneggiando le attrezzature di emergenza, interrompendo la dimostrazione di sicurezza e ignorando ripetutamente le istruzioni dell’equipaggio. In una nota successiva, la compagnia ha specificato che alcuni ragazzi hanno giocato con le maschere d’ossigeno e i giubbotti di salvataggio, oltre a premere ripetutamente i pulsanti per chiamare il personale. Poiché il comportamento sarebbe proseguito nonostante vari richiami, il personale ha chiesto l’intervento della Guardia Civile.
Anche la polizia spagnola ha confermato questa versione, dichiarando in un comunicato di aver espulso i minori e gli accompagnatori per «cattiva condotta». Una volta saliti sull’aereo, gli agenti avrebbero trovato diversi accompagnatori intenti a discutere animatamente con l’equipaggio e, in alcuni casi, ad assumere atteggiamenti aggressivi. Secondo la Guardia Civile, il leader del gruppo avrebbe addirittura spinto un agente, motivo per cui è stato aperto un procedimento per ammutinamento. Un altro membro dello staff sarebbe stato espulso con la forza per aver opposto resistenza e rifiutato di obbedire agli ordini.
Le testimonianze dei passeggeri sono ancora limitate. Uno di loro, seduto una decina di file davanti al gruppo, ha raccontato a Le Parisien Damien di non aver sentito né rumori né grida. «Durante la dimostrazione di sicurezza, Vueling ha annunciato che avrebbe chiamato la polizia per motivi di sicurezza, ma nessuno capiva davvero cosa stesse succedendo», ha detto.
Dal canto suo, Club Kineret respinge la versione fornita da Vueling e ha annunciato l’intenzione di presentare una denuncia per violenza fisica e psicologica e per discriminazione religiosa. L’avvocata dell’organizzazione, Julie Jacob, ha parlato di «circostanze aggravanti», ricordando che alcuni dei minori coinvolti avevano meno di 15 anni.
Le accuse infondate al capitano di volo
La teoria secondo cui l’espulsione dei ragazzi sia stata motivata da antisemitismo è circolata ampiamente online, rafforzata dalla diffusione di una presunta fotografia che mostrerebbe il comandante del volo, Ivan Chirivella Cruz (qui archiviato), in cabina di pilotaggio con una bandiera della Palestina. Sarebbe stato proprio lui, secondo alcune fonti, a richiedere l’intervento della polizia spagnola.
Tuttavia, l’origine della foto non è chiara e non sembra che sia stata scattata sul volo da Valencia a Parigi. L’aereo da cui sono stati espulsi i ragazzi aveva il numero di registrazione EC-MDZ, mentre quello in cui appare la bandiera palestinese in cabina porta il numero EC-KLB – come si può leggere dal cruscotto – anch’esso operato dalla compagnia Vueling.


Questo non è l’unico tentativo di incriminare la reputazione del capitano. Diversi post social infatti collegano Chirivella all’attacco delle Torri Gemelle avvenuto l’11 settembre 2001 a New York: l’accusa è che il capitano sarebbe stato l’istruttore di volo di Mohamed Atta e Marwan Al-Shehhi, due degli uomini che presero parte all’attacco terroristico.
Nel 2000 Chirivella lavorava come istruttore presso la Jones Aviation Academy, e tra i suoi allievi figuravano anche al-Shehhi e Atta. Ma Chirivella non è stato accusato di aver preso parte all’attentato delle Torri Gemelle. Come ha poi dichiarato lui stesso nel suo libro “Complice e innocente”, Chirivella non c’entrava nulla con l’organizzazione dell’attacco, e al tempo non aveva alcun motivo per sospettare delle intenzioni dei due terroristi.
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