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No, un uomo nel Regno Unito non è stato condannato a 20 mesi di carcere per un semplice post sui social media

No, un uomo nel Regno Unito non è stato condannato a 20 mesi di carcere per un semplice post sui social media

29 luglio 2025
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  • Su X circola la notizia che nel Regno Unito un uomo è stato condannato a 20 mesi di carcere per aver pubblicato un semplice post. 
  • È un contenuto presentato in maniera fuorviante.
  • L’uomo era stato condannato a 20 mesi di carcere per l’uso di parole o comportamenti minacciosi, ingiuriosi o offensivi volti a fomentare l’odio razziale.

Il 28 luglio 2025 è stato pubblicato un video su X che mostra un giudice pronunciare in inglese una sentenza di condanna a 20 mesi di carcere. La clip è accompagnata da questo commento, scritto dall’autore del post: «Un uomo è stato condannato a 20 mesi di carcere. Il suo crimine? Un post sui social media. Rifletti su questo. Benvenuto nell’incubo orwelliano».

È un contenuto presentato in maniera fuorviante che rientra nella teoria del complotto infondata diffusa da ambienti online di estrema destra secondo cui nel Regno Unito sarebbe in corso una repressione giudiziaria e un attacco alla libertà di parola contro l’uomo bianco.

Dopo l’accoltellamento mortale di tre bambine e il ferimento di altre dieci persone a Southport, nel Regno Unito, verificatosi il 29 luglio 2024, per mano di un 17enne nato a Cardiff (nel Galles) da genitori ruandesi, erano scoppiate in diverse parti del Paese proteste e violenze anti-immigrati, animate dall’estrema destra e alimentate dalla disinformazione xenofoba. 

Il video mostra la lettura della condanna emessa il 9 agosto 2024 dal giudice Guy Kearl KC nei confronti di Jordan Parlour, cittadino britannico di 28 anni, proprio in relazione ai disordini scoppiati dopo gli omicidi a Southport. Parlour era stato condannato a 20 mesi di carcere per l’uso di parole o comportamenti minacciosi, ingiuriosi o offensivi volti a fomentare l’odio razziale. L’uomo, nel contesto delle rivolte anti-immigrazione nel Paese, aveva pubblicato commenti online che incoraggiavano le persone a partecipare ad attacchi contro il Britannia Hotel a Leeds, dove erano ospitati richiedenti asilo e rifugiati. Negli stessi giorni, l’hotel in questione era stato effettivamente attaccato più volte da estremisti di destra. L’uomo si era dichiarato colpevole davanti al tribunale per aver utilizzato parole minacciose, ingiuriose o insultanti nei suoi post. 

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